Le nuove linee guida sono il risultato del lavoro tra le società scientifiche e l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del “Piano di Azione dell’Ue contro l’obesità infantile 2014-2020”. L’incremento continuo dell’obesità infantile ci fa capire che manca una consapevolezza sull’importanza dell’alimentazione, fattore centrale invece nel prevenire problemi come sindrome metabolica, pressione alta e diabete, che negli ultimi anni esordiscono sempre più precocemente. Si ribadisce l'importanza degli interventi nutrizionali precoci, nei primi 1.000 giorni di vita: gravidanza, allattamento , divezzamento. Il documento è disponibile sotto forma di domande e risposte per migliorarne la fruibilità anche ai non addetti ai lavori, e viene qui sotto allegato.
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Un intestino ben funzionante è oggi ritenuto fondamentale per assicurare uno stato di salute ottimale per prevenire allergie e intolleranze alimentari, e molte altre patologie legate all'infiammazione intestinale quali morbo di Chron, diverticolosi, celiachia ecc. ma anche candidosi, depressioni, obesità e disturbi neurologici, tanto da venire oggi ritenuto un organo a tutti gli effetti, che agisce sulla fisiologia e sul metabolismo dell’individuo ospite, con il quale stabilisce una vera e propria cooperazione. Questo ruolo dell’intestino è legato al suo microbiota, l’insieme di microrganismi che lo abitano, approssimativamente 100 trilioni di batteri che appartengono a più di 1000 specie diverse, che devono essere in equilibrio tra loro (eubiosi) per poterci mantenere in buona salute. Se è vero che noi siamo ciò che mangiamo, anche i batteri intestinali che vivono con noi “sono” quel che introduciamo con la nostra dieta giornaliera. Il nostro microbiota si è trasformato nel corso degli anni, partendo da un numero molto maggiore di specie, e riducendosi man mano. Il motivo? La nostra alimentazione, sempre meno varia, ricca di additivi e antibiotici, e l’uso a volte smodato di farmaci. Quindi la dieta può modificare il microbiota intestinale? Certo, ed è vero anche il contrario: da una parte il microbiota agisce sulle sostanze nutritive ingerite, utilizzandole come alimento e trasformandole in altre sostanze che possono essere utili o dannose a seconda del substrato di partenza; dall'altro il cibo ha un grosso impatto sulla selezione della tipologia e della quantità di microflora. E' stato dimostrato che i cambiamenti di dieta possono modificare la composizione microbica, con il vantaggio che ognuno di noi ha la possibilità di modificare il proprio assetto microbico, indipendentemente da quello iniziale. Considerando che la composizione microbica influisce su tutti gli aspetti del nostro metabolismo e della nostra salute, possiamo immaginare l’importanza che ha una dieta adeguata. Cambiare tipo di alimentazione modifica molto più velocemente di quanto pensiamo il microbiota intestinale: ad esempio passare da una alimentazione prevalentemente ricca di carne ad un’alimentazione vegetariana in solo 24h accresce le colonie di batteri in grado di produrre l’acido butirrico, che ha un importante ruolo anti-infiammatorio e protettivo. Quale dieta migliore per la salute del microbiota intestinale? Premesso che ognuno dovrebbe seguire una dieta costruita su misura, in base alle personali problematiche, esistono dei principi generali validi per tutti. Una dieta sana, equilibrata e varia , basata su cibi di stagione, freschi e preferibilmente crudi è sempre alla base dell’omeostasi dell’organismo e, quindi, anche dell’eubiosi. Via libera ai legumi (ceci, fagioli lenticchie, cicerchie...e ai cereali integrali (pasta, orzo, riso, frumento, farro, kamut...), avendo cura di alternarli; sì ai cibi fermentati come lo yogurt, l’aceto, il miso o il tempeh. La dieta mediterranea è sempre la migliore: poca carne e pochi grassi animali (formaggi, burro e latte), sì a pesce azzurro e semi in genere per il loro contenuto di omega 3 che protegge l’intestino dagli stati infiammatori e consente di selezionare un microbiota più sano. In genere è sempre meglio preferire cibi con un indice glicemico basso: oltre a dare un maggiore senso di sazietà immediato, rallentano lo svuotamento gastrico facendo arrivare più gradualmente i carboidrati nell’intestino con un minore assorbimento del glucosio. E in gravidanza? E’ importante che le mamme sappiano che il primo microbiota si forma già nella vita intra-fetale, e il nascituro in gran parte lo eredita da quello della mamma, che gli viene trasmesso attraverso la placenta, e successivamente col parto, e in seguito con il contatto con la pelle e l’allattamento. E’ quindi importante che la mamma curi l’alimentazione durante la gravidanza e nel corso dell’allattamento per favorire un microbiota favorevole, poiché questo darà un imprinting determinante a quello del neonato per lo sviluppo del sistema immunitario del neonato. Non è un caso se i figli allattati al seno da mamme che soffrono di patologie intestinali hanno più problemi di eczema, reflusso, scarsa crescita e afte. In conclusione... Un microbiota in equilibrio è importante per lo svolgimento di molte funzioni, come la protezione da agenti patogeni, la modulazione del sistema immunitario, la regolazione delle capacità di assorbimento dell’epitelio intestinale ed anche il mantenimento di un peso corretto. Un’alimentazione salutare e varia può favorire una flora batterica sana e migliorare la salute in generale. |
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