Sto vedendo molte persone che soffrono della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o di disturbi ad essa correlati. Magari non lo sanno neanche e vengono da me per perdere o prendere qualche chilo! Oltretutto, le persone che soffrono di forme lievi, sono talmente abituate ad avere malesseri intestinali che non ci fanno neanche più caso, e la considerano quasi la normalità! Eppure si sta diffondendo il termine DIETA LOW FODMAP…. Di cosa si tratta? FODMAP è un acronimo che sta per “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols”. Più semplicemente si tratta di zuccheri dall’alto potere fermentativo (carboidrati a corta catena tra cui fruttosio, lattosio, fruttani, xylitolo, mannitolo, ecc), che possono alimentare i sintomi più comuni della sindrome dell’intestino irritabile (pancia gonfia, meteorismo, dolore addominali, stipsi o diarrea, o entrambe). Viene definita Sindrome perché non si guarisce del tutto, ma grazie alle scelte giuste alimentari si può tenere bene sotto controllo. La dieta è stata sviluppata da un gruppo della Monash University a Melbourne, in Australia, ed ha iniziato a farsi conoscere dopo la pubblicazione della ricerca nel 2008, nella quale è stato affermato che i carboidrati fermentabili alimentari (FODMAP) provocano effettivamente sintomi nei pazienti affetti dall’IBS. (1) Da allora sono stati fatti altri studi controllati randomizzati che hanno dimostrato un chiaro beneficio dovuto all’impiego della dieta a basso contenuto di FODMAP. (2,3). La ricerca ha dimostrato più volte che i pazienti che seguivano questa dieta mostravano un notevole miglioramento di tutti i sintomi (gonfiore, diarrea, meteorismo, ecc). (4) A dimostrazione della validità di questa dieta, il fatto che nel 2010 la dieta low- FODMAP è entrata a fare parte delle UK British Dietetic Association IBS Guidelines (5) e nel 2011 è stata inserita nelle Australian National Therapeutic Guidelines. (6) Inoltre, altre ricerche (7) dimostrano che la dieta non è solo utile in caso di IBS, ma potrebbe aiutare a migliorare i sintomi funzionali intestinali anche per altri tipi di disturbi, come le malattie infiammatorie intestinali. (8) Ed ecco perchè tante persone, anche se non affette proprio da IBS, necessitano di questa dieta per avere un miglioramento della qualità della vita! Perchè questi composti possono creare dei problemi intestinali? Questi carboidrati provocano sintomi intestinali da un lato perchè sono indigesti, quindi fermentati dai batteri del colon, con conseguente produzione di gas e possibili dolori intestinali (9); dall’altra causano un effetto osmotico richiamando acqua al colon prossimale. (10) In cosa consiste la dieta? Innanzi tutto in una prima fase che implica l'esclusione completa di alimenti contenenti FODMAP, per un periodo di 2-8 settimane, dietro raccomandazione e sotto la supervisione di un nutrizionista qualificato ed esperto nell’approccio della dieta low FODMAP. Quindi seguirà un lungo periodo di reintroduzione graduale degli alimenti eliminati, secondo modalità e quantità ben precise, che permetteranno al nutrizionista di seguire al meglio la persona e di modificare l’approccio in corsa, così da rendere il protocollo personalizzato, sicuro ed efficace per ognuno. L’obiettivo è ovviamente quello di far conoscere al singolo quali siano gli alimenti o i composti non tollerati o in quali quantità tollerate, così che nel lungo periodo ogni persona possa conoscere il proprio organismo e le proprie reazioni, e condurre di conseguenza una vita sana, dal punto di vista sia fisiologico che sociale. Esistono diverse liste dei “cibi si e “cibi no”, qui ne riporto una, ma ricordo che l’approccio per la remissione dei sintomi non è solo quello di eliminare i cibi non permessi, ma di far “riposare” la parete intestinale per un periodo congruo di tempo, affinchè possa poi accettare i cibi contenenti FODMAP, nelle quantità che ognuno possa tollerare, tenendo conto del fatto che non è il contenuto di un singolo cibo ma il contenuto totale di FODMAP consumato nel pasto a determinare la comparsa o meno dei sintomi. Bibliografia (1) Shepherd S. J. P. F, Muir J. G., Gibson P. R. Dietary Triggers of Abdominal Symptoms in Patients with Irritable Bowel Syndrome: Randomized Placebo-Controlled Evidence. Clinical Gastroenterology and Hepatology. 2008;6(7):765–771 (2) Staudacher H. M., Lomer M. C., Anderson J. L., Barrett J. S., Muir J. G., Irving P. M. et al. Fermentable carbohydrate restriction reduces luminal bifidobacteria and gastrointestinal symptoms in patients with irritable bowel syndrome. The Journal of nutrition. [Randomized Controlled Trial Research Support, Non-U.S. Gov't]. 2012 Aug;142(8):1510–1518 (3) Halmos E. P., Power V. A., Shepherd S. J., Gibson P. R., Muir J. G. A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome. Gastroenterology. [Randomized Controlled Trial Research Support, Non-U.S. Gov't]. 2014 Jan;146(1):67–75 e5 (4) Bellini M. T. C., Costa F., Biagi S., Stasi C., El Punta A., Monicelli P., Mumolo M. G., Ricchiuti A., Bruzzi P., Marchi S. The general practitioners approach to irritable bowel syndrome: From intention to practice. Digestive and Liver Disease. 2005;37(12):934–939 (5) British Dietetic Association. UK evidence-based practice guidelines for the dietetic management of irritable bowel syndrome (IBS) in adults. Birmingham September 2010 (6) Government NSW, Australia. Therapeutic Diet Specifications for Adult Inpatients. Chatswood, New South Wales, Australia: Agency for Clinical Innovation; 2011 (7) Staudacher H. M., Whelan K., Irving P. M., Lomer M. C. Comparison of symptom response following advice for a diet low in fermentable carbohydrates (FODMAPs) versus standard dietary advice in patients with irritable bowel syndrome. J Hum Nutr Diet. [Comparative Study Research Support, Non-U.S. Gov't]. 2011 Oct;24(5):487–495 (8) Gearry R., Irving P. M., Barrett J. S., Nathan D. M., Shepherd S. J., Gibson P. R. Reduction of dietary poorly absorbed short-chain carbohydrates (FODMAPs) improves abdominal symptoms in patients with inflammatory bowel disease - a pilot study. Journal of Crohns and Colitis. 2009;3(1):8–14 (9) Ong D.K. M. S., Barrett J. S., Shepherd S. J., Irving P. M., Biesiekierski J. R., Smith S., Gibson P. R., Muir J. G. Manipulation of dietary short chain carbohydrates alters the pattern of gas production and genesis of symptoms in irritable bowel syndrome. Journal of gastroenterology and hepatology. 2010;25(8):1366–1373 (10)Barrett J. S., Gearry R. B., Muir J. G., Irving P. M., Rose R., Rosella O. et al. Dietary poorly absorbed, short-chain carbohydrates increase delivery of water and fermentable substrates to the proximal colon. Alimentary pharmacology & therapeutics. [Randomized Controlled Trial Research Support, Non-U.S. Gov't]. 2010 Apr;31(8):874–882
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