Il caffè è la bevanda più bevuta al mondo, dopo l’acqua. Recenti studi hanno dimostrato che il caffè non solo fa bene per il mal di testa o per tenerci svegli, ma pare che possa avere benefici contro alcune malattie neurodegenerative.
Ma come funziona? Una volta ingerito del caffè, la sua caffeina può raggiungere la massima concentrazione nel sangue in circa due ore, anche se in alcuni individui bastano circa 15-20 minuti. Una volta nel sangue attraversa con facilità la barriera ematoencefalica e quindi giunge nel cervello, dove compie le sue note funzioni. Da oltre 10 anni ormai si sta studiando l’effetto del caffè e/o della caffeina sulla salute, e pare, dagli ultimi studi, che il consumo regolare di circa 2-3 tazzine al giorno sia associato ad una riduzione significativa della probabilità di incorrere nel Parkinson e di ridurne alcuni sintomi (es. i movimenti involontari e non controllati, la bradicinesia. Tali azioni positive si hanno grazie al fatto che la caffeina e i suoi sottoprodotti generati dal metabolismo, ostacola e riduce la distruzione dei neuroni dopaminergici (cioè che utilizzano la dopamina in qualità di messaggero chimico) della sostanza nera del cervello, manifestazione degenerativa che si verifica nei soggetti affetti dal Parkinson. Alcuni studi hanno evidenziato che tali effetti positivi si verificano anche attraverso il consumo di basse concentrazioni di caffeina, ma che spesso questa genera una sorta di adattamento cioè i suoi effetti tendono gradualmente a ridursi. Da sottolineare, però, che lo studio evidenzia una significativa predisposizione genetica, poichè sembra che gli effetti positivi siano legati ad alcune varianti genetiche associate agli enzimi in grado di degradare la caffeina. Altri recenti studi hanno evidenziato che il caffè può essere protettivo nei confronti dell’Alzheimer, grazie alle proprietà della caffeina che sembra agisca positivamente sulla memoria a lungo termine. In particolare, sembra che la caffeina riesca a ridurre le placche amiloidi tipiche dell’Alzheimer, che si formano nel cervello portando alla morte i neuroni. Oltre a questi casi particolari, gli studi ci portano ad affermare, in generale, che chi consuma caffè in quantità ragionevole (1-5 tazzine al giorno), tende a vivere più a lungo perché protetto da molte malattie, in particolare: diabete, parkinson, malattie cardiovascolari, neurologiche e persino dai suicidi! Il segreto non sarebbe nella caffeina ma in altre sostanze contenute nei suoi chicchi, i composti bioattivi del caffè che porterebbero alla riduzione dell’insulino-resistenza e dell’infiammazione sistemica, come riportato nell’enorme studio americano “Nurse Health study” della Harvard University, pubblicato sulla rivista Circulation. Il messaggio alla popolazione generale è che nelle persone sane, bere fino a 3-4 tazzine di caffè al giorno non solo non fa male, ma potrebbe addirittura prevenire alcune malattie, tra cui il tumore del colon, fegato ed endometrio. In dosi più elevate o nelle persone malate o durante la gravidanza e allattamento potrebbe avere effetti negativi e le dosi potrebbero dover essere ridotte. A tal proposito ricordiamo il parare scientifico dell’ EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare) del 27 maggio 2015, secondo cui dosi abituali di caffeina fino a 400 mg al giorno (4 tazzine di caffè) non desta preoccupazioni nella popolazione sana, e 200 mg di caffeina al giorno (2 tazzine) non è pericolosa per donne in gravidanza o in allattamento. Restano esclusi bambini e adolescenti, per cui le dosi non sono state definite. Sicuramente c’è ancora molto da approfondire, ma non mancano le premesse per futuri interessanti sviluppi. 19 Novembre 2015 BIBLIOGRAFIA: Coffee consumption and risk of the metabolic syndrome: A meta-analysis.Shang F1, Li X1, Jiang X2 - Diabetes Metab. 2015 Sep 29. pii: S1262-3636(15)00119-6. doi: 10.1016/j.diabet.2015.09.00Association of Coffee Consumption with Total and Cause-Specific Mortality in Three Large Prospective Cohorts.Ding M1, Satija A1, Bhupathiraju SN1, Hu Y1, Sun Q2, Han J3, Lopez-Garcia E4, Willett W2, van Dam RM5, Hu FB6. -Circulation. 2015 Nov 16. pii: CIRCULATIONAHA.115.0173EFSA Journal 2015;13(5):4102 [120 pp.].10.2903/j.efsa.2015.4102EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA)Opinion of the Scientific Committee/Scientific Panel request European Commission (EFSA-Q-2013-00220) www.scienzaesalute.blogospera.it www.insalutenews.itc
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